Unico, neutro, senza qualità.
E ‘ questo che mi viene da pensare dopo anni che mi dedico
con un’empirica e personale ricerca alla conoscenza del pane, magia resa
possibile unendo due elementi quali la farina e l’acqua, coniugati con un terzo,
figlio della loro maturazione e integrazione con il mondo che li circonda: Il
lievito.
Unico come cibo perché non esistono altri cibi che possono evocare la sua bontà
nella semplicità dei suoi elementi. Evocato da sempre come giusto compagno
utile per accompagnare altri cibi che trovano in lui un punto di riferimento
neutro e al disopra delle parti, perché pane è solo quel cibo prodotto con
acqua farina senza aggiunta di altri elementi che potrebbero alterare la sua
neutralità cambiando la funzione di elemento centrale del mangiare. La tendenza
odierna come in tutti i campi della gastronomia è di un esasperato manierismo
culinario che porta a stravolgere ogni cosa con interpretazioni spesso
personali ed eccessivamente stravaganti dettate solo dalla voglia di stupire
con effetti speciali privi di contenuti, quindi meglio tenere un basso profilo
dettato dalla convinzione che la semplicità e l’immediatezza delle cose donano
contenuto a quello che si produce.
Si potrebbero assegnare tante qualità al PANE, ma servirebbe
solo a parlarne e secondo me è meglio mangiarlo che parlarne troppo con il
rischio di morire di fame!